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Scavezzacollo, antiautoritaria e irriverente, litigiosa ma ligia, evasiva e appassionata, Charlotte Charke ebbe sin dall'infanzia "una naturale propensione per il cappello e la parrucca" e passò la maggior parte della sua vita, come attrice, come madre, come imprenditrice di se stessa, travestita da uomo. Il "resoconto" di Charlotte è scritto con l'intento esplicito di riconciliarsi con il padre, il drammaturgo-attore-poeta laureato, Colley Cibber, che l'aveva espulsa, probabilmente a causa del suo travestitismo, dalla famiglia, costringendola a diciotto anni di stenti di cui la metà trascorsi nel vagabondaggio come attrice itinerante nel circuito provinciale dei teatri. Celebre caso di ricatto letterario fallito, A Narrative of the Life of Mrs Charlotte Charke, di cui il volume presenta la traduzione italiana, fu pubblicato per la prima volta a fascicoli nel marzo-aprile 1755 ed è la prima autobiografia scritta da un'attrice inglese. Frutto dell'allora neonato "culto della celebrità", la Narrative racconta la funambolesca temerarietà e la spettacolare sfortuna di una ragazza che amava le pistole e i cavalli; è un amaro ma umoristico commento sul lavoro femminile, ma soprattutto è il diario di viaggio di una donna che è cresciuta recitando e che spesso fatica a distinguere scena e realtà, dimostrando come l'identità sessuale sia essenzialmente rappresentazione e frutto di rappresentazione.